Ebe Anastasio - 31-03-2004
Mi trovo mio malgrado a rivestire il ruolo di coordinatore del PP3 (Progetto Pilota 3), giacché la mia scuola, un Circolo didattico della provincia di Foggia, è stata selezionata dall’I.N.Val.Si. come scuola-campione senza alcuna forma di adesione spontanea.
Le mie perplessità su questa macchinosa operazione, per il momento ancora a livello sperimentale, le ho espresse a più riprese sulle pagine del forum di discussione aperto all’interno del sito www.invalsi.it/pilota3
.
Alcune riguardano il questionario di rilevazione delle caratteristiche organizzative e funzionali di ogni scuola (noto come Questionario di sistema), sul quale non mi soffermerò; altre si riferiscono alle prove di apprendimento, nel mio caso per le seconde e quarte elementari, e alle loro modalità di somministrazione.
Ecco gli aspetti a mio avviso più critici, muovendo da quelli più generali:
1. nei vari documenti di presentazione del progetto si considera elemento di qualità l’uniformità delle prove, valide su tutto il territorio nazionale per un determinato livello di scolarità. Posso sbagliare, ma rilevo una certa contraddizione con le quote “locali” dei curricoli e con i tanto sbandierati “obiettivi formativi” e “piani di studio personalizzati” della recente normativa. Non mi si fraintenda: non voglio inneggiare all’anarchia didattica, né sostenere l’inutilità di standard minimi di riferimento; ritengo solo eccessivo esaltare un aspetto identificabile con una forma di appiattimento assolutamente in contrasto con le finalità educative.
>>> continua...
Le mie perplessità su questa macchinosa operazione, per il momento ancora a livello sperimentale, le ho espresse a più riprese sulle pagine del forum di discussione aperto all’interno del sito www.invalsi.it/pilota3
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Alcune riguardano il questionario di rilevazione delle caratteristiche organizzative e funzionali di ogni scuola (noto come Questionario di sistema), sul quale non mi soffermerò; altre si riferiscono alle prove di apprendimento, nel mio caso per le seconde e quarte elementari, e alle loro modalità di somministrazione.
Ecco gli aspetti a mio avviso più critici, muovendo da quelli più generali:
1. nei vari documenti di presentazione del progetto si considera elemento di qualità l’uniformità delle prove, valide su tutto il territorio nazionale per un determinato livello di scolarità. Posso sbagliare, ma rilevo una certa contraddizione con le quote “locali” dei curricoli e con i tanto sbandierati “obiettivi formativi” e “piani di studio personalizzati” della recente normativa. Non mi si fraintenda: non voglio inneggiare all’anarchia didattica, né sostenere l’inutilità di standard minimi di riferimento; ritengo solo eccessivo esaltare un aspetto identificabile con una forma di appiattimento assolutamente in contrasto con le finalità educative.
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